DonnaWeb - Il mondo delle donne a portata di click

Dicembre 3, 2018

Redazione DonnaWeb

STORIA DI UNA BAMBINA NATA PREMATURA (la bellissima testimonianza di un'affezionata lettrice)

Una nostra affezionata fan ci ha inviato una mail dove ci racconta la sua bellissima storia, la sua nascita prematura, nata di soli  sei mesi è riuscita a superare tanti ostacoli, miracolo, forza di volontà o voglia di farcela?

Vi consiglio di leggere le bellissime parole, toccanti, emozionanti del papà e della mamma della protagonista.

"Mi accoccolai meglio sul divano,mi tirai su la coperta fino al naso e accesi la televisione.aistmar_ap

Era una giornata nevosa, non voleva dare segno di smettere per cui cosa c'è di meglio che stare comode sul divano e guardare la televisione?
Certo il top sarebbe stare in compagnia delle migliori amiche ma a meno che non conoscano il teletrasporto non verranno sicuramente.

In queste giornate che bello stare sul divano con il fidanzato, abbracciati, il contatto dei corpi crea calore…. , ci vorrebbe una bella cioccolata calda e con tutta questa dolcezza un bel film horror in modo che io prenda paura e mi avvicini di più a lui, teneramente mi bacia e mi protegge cosi facendo accontento la mia curiosità per quel cavolo di film che lui facendo apposta ha voluto noleggiare .

Peccato che ho lasciato il mio fidanzato tre mesi fa perché lui si è comportato molto male e credetemi se vi dico che avrei preferito un tradimento.
Cosi mi ritrovo sola, nella casa vi sono solo il rumore della lavastoviglie e della lavatrice oltre al quello della televisione. Guardo in rassegna tutti i canali ma niente di un bel film strappalacrime nemmeno l’ombra.
Mi decisi su un canale di musica per farmi compagnia ma di ascoltarla le mie orecchie non né avevano minimamente voglia .
Era una giornata di quelle che non si ha voglia di fare niente nemmeno di dormire, ma allora che fare?
Guardai di nuovo la finestra i fiocchi aumentavano sempre più .
Il panorama era molto bello, romantico.
I fiocchi mi facevano pensare alle mie vicissitudini. Fu in quel momento, non so perchè e per come, mi ritrovai a pensare al giorno della mia nascita prematura....

Era il 12 febbraio 1992 e in una fredda giornata d’inverno mia madre mi diede alla luce. Ah scusatemi che maleducata piacere mi chiamo Beatrice
Stavo dicendo che quel dì ghiacciato nacqui io, ero una sorpresa per tutti perché la data prevista per il parto era il 12 maggio , beh dai almeno il giorno l’ho beccato.
Se fate i vostri conti io sono nata di 6 mesi.
Mi hanno fatto la normale routine, mi hanno misurato l' altezza, 44 cm e dopo il dato più sconcertante il peso!
Peso 750 gr.! Ero minuscola non pesavo neanche un Kg . Era come andare al supermercato e la massaia ordinava 700 grammi di prosciutto per la sua famiglia numerosa .
Ora cari lettori vi aspettate che io venga portata di corsa in un altro ospedale dove vi sono delle attrezzature più moderne ebbene NO.

Le infermiere non si accorsero della mia prematurità cosi mi hanno lasciata su un tavolo per 15 minuti!
In quel frangente potevo avere tutti i vari tipi di problemi che mi avrebbero causato la morte istantanea dato che avevo come polmoni dei veli di carta velina perché essi si sarebbero sviluppati all’ottavo mese e me ne mancava ancora uno per arrivarci.
Finalmente mi presero e mi misero su un’ambulanza con destinazione Pavia.

Ora qui inizia il calvario!
Giunta alla mia nuova casa e non a caso uso quella parola perché ci starò per 6 mesi, intubarono dappertutto ogni mio singolo minuscolo cm della mia pelle era pieno di fili.
Avevo il sondino, tre fili per ogni braccio, un filo nella testa, due fili vicino al'linguine che serviva per il mio nutrimento dato che non avevo la forza di succhiare il latte, tutti questi fili, io compresa, eravamo inglobati da una macchina che raggiungeva la temperatura di 36 gradi .
Quella sarebbe stata la mia mamma per 6 mesi. I medici decretati come giudici di una non so quale riunione in tribunale emisero il seguente verdetto: - la bambina è sana e non ha problemi!
Sospiro di sollievo ma sarebbe durato poco perché io facevo venire un diavolo per capello ai miei poveri genitori che pazientemente ogni due mesi a notte fonda si vestivano e venivano a Pavia per darmi l’ultimo saluto.
Ero una peste eh?
E da qui potete capire il mio carattere che in questa fredda giornata non potevo esprimere.
Comunque la mia storia non è finita...

Ogni giorno era una continua lotta per la sopravvivenza e chi mi veniva a trovare non sapeva se il giorno dopo ero ancora là nella mia mamma” ad aspettarlo .
Ogni giorno sollevavo il cuore ai visitatori perché ero ancora li a lottare per vivere !
A differenza degli altri bambini io non stavo mai ferma ! e chi mi avrebbe imposto di farlo? Una macchina che mi teneva per il momento in vita? No signore! Dovevo dar modo della mia voglia di vivere no? Mentre gli altri stavano fermi e sembravano già morti io mi alzavo s’intende per modo di dire perché alzavo la mia parte posteriore portando la copertina in fondo all’incubatrice cosi facendo far suonare l’allarme e riporta tutto alla normalità secondo loro ma secondo la mia piccola testolina no perché io dovevo avere la copertina in fondo e avrei fatto suonare tutti gli allarmi possibili finchè on avevo la copertina in fondo .
Il risultato è stato che ho fatto fare un bel po’ di ginnastica a tutte le infermiere.
I miei giorni trascorrevano cosi, una continua lotta per la copertina in fondo e allo stesso tempo per la mia vita!
Il grande giorno era giunto finalmente potevo tornare a casa.
Era il 29 luglio e tutto andava bene ce l’avevo fatta!

Pensai ancora alla mia vicenda e già io ho visto la morte tante volte e tante volte l’ho combattuta vincendo sempre.
Sono stata molto fortunata si può dire che ho avuto fortuna, perché potevo restare su una carrozzella, con danni cerebrali e cieca invece per fortuna niente di tutto questo!
Anzi cammino, corro e penso molto forse troppo ma che male fa pensare? Niente o solo che ti crei un tuo mondo.
Nel 1992 sopravviveva solo l'1% dei bambini prematuri e io vi ero dentro!

Dagli occhi di mia mamma

Cara figlia
appena ti partorii, non mi fu concessa la possibilità di vederti e non capii il perchè?!
Vedevo medici intorno a te! Le infermiere mi trasportarono nella mia stanza io chiesi di te ma nessuno mi dava una risposta vera e sensata, tutte che mi dicevano “adesso arriva” ma più aspettavo e più ero impaziente!
Ogni attimo che vedevo le infermiere chiedevo! Anche se con i dolori post parto io chiedevo perchè non c'è dolore più grande per una madre di non vedere il proprio figlio appena nato!
Più chiedevo e più non volevano darmi risposta fino a che non entrò il medico e mi disse tutto quello che dovevo sapere .
cara figlia mi riferirono che tu eri a Pavia perchè nata prematura e ad alto rischio di mortalità!
come se non bastasse a peggiorare la situazione il medico mi disse che avevi pochissime possibilità di farcela e per questo mi propose una pastiglia per togliermi il latte perchè era inutile tanto non ce l'avresti fatta!
per tutta risposta io firmai una liberatoria che mi permise di essere dimessa dall'ospedale e mi poteva dare la possibilità di vederti.

Con ancora dolori post parto mi alzai dal letto e insieme a tuo padre ci dirigemmo a Pavia dove dopo ulteriori analisi mi dissero che c'erano seppur poche possibilità di sopravvivenza perchè eri femmina, in buona salute e a differenza degli altri reagivi.
Chiesi di vederti e mi fu concesso a patto che indossassi una cuffia ,mi coprissi i piedi e le mani.
Entrai nella camera disinfettata e ti vidi in mezzo a tanti altri guerrieri che come te cercavano disperatamente di sopravvivere.
Ti vidi, com’eri piccola!
Uno scricciolo piccolo delicato che se ne poteva andare davanti ai miei occhi in quel preciso istante ma non fu cosi!

Appena ti accorgesti di me (non so ancora come ma penso che anche se piccola sentivi i sentimenti esterni alla tua nuova “mamma”) ti sei mossa e seppur ancora con gli occhi chius,i perché mentre ti venivo a vedere ti operarono agli occhi per non rimanere cieca, mi guardavi come per dirmi che ce l’avresti fatta, che avresti lottato.

Io misi una mano dentro all’incubatrice, presi la tua minuscola mano e ti promisi che non ti avrei mai abbandonata!
Ti guardai ancora incredula di quanto eri piccola e fragile ma con un animo combattivo e forte.

IL VIDEO DI UNA NASCITA DELICATA E NATURALE, EMOZIONANTE, DA VEDERE

L’infermiera m’informò che era scaduto il tempo e ti dovetti lasciare ma il mio istinto materno e tutta me stessa non volevano .
Con molta fatica lasciai quella manina e il suono dei monitor si faceva sempre più fioco a mano a mano che avanzavo verso l’uscita con il cuore a pezzi perché volevo stare con te ogni attimo di quell’orribile incubo che piccola mia vivevi in prima persona.
Da quel giorno fino al 29 luglio 1992 io non so dirti quanti km percorsi per vederti perché appena aprivo la porta di casa la richiudevo immediatamente e venivo da te perché seppur convintissima a differenza di altri che tu ce l’avresti fatta avevo paura di vederti l’ultima volta.
Invece tu eri li sempre intubata e combattiva.
Mentre ti osservavo vedevo ogni mia visita bambini che come te o messi meglio di te non ce l’hanno fatta e quanti pianti disperati sentii di madri che ci hanno creduto fino in ultimo ma alla fine il loro bambino non ce l’ha fatta e tu che a differenza d’altri ti muovevi come per incoraggiare tutti a una possibile speranza di sopravvivenza come a dire che non ti arrendevi e io orgogliosa del mio piccolo scricciolo guerriero ti osservavo impotente alle tue gesta contro un fato più grande di te, di me di tutti noi !
tu che con coraggio ogni giorno combattevi e dimostravi la tua tenacia e caparbietà!
Ogni notte mi alzavo e mi toglievo il latte conscia che tu ne avresti ricevuto pochissimo perché seppur forte non avevi la forza fisica per succhiare e i fili ti davano il nutrimento.

in compenso ho aiutato altri bambini che a differenza tua hanno madri che non avevano latte!

Ecco il video dei due uomini che hanno voluto provare i dolori del parto

Per questo il nomignolo che mi affidarono fu lattaia buffo vero?
Ogni giorno cosi pensa che per non perdere il latte mi bevevo litri di birra per incrementare la produzione.
Ma tutti quei giorni non furono tutti monotoni perché tu li sballavi con una tua miglioria o un tuo peggioramento.
quante notti il telefono squillò e la voce del dottore pronunziò le parole che 2 genitori non vorrebbero mai sentirsi dire “ venite a darle l’ultimo saluto perché non supererà la notte!”
Disperati ci precipitavamo in macchina, come sempre ci mettevamo le protezioni ed entravamo per darti l’ultimo saluto!
Pensa tuo padre quando entrò per la prima volta mise una mano dentro l’incubatrice e l’apri ci accorgemmo piccola mia che tu eri lunga come la sua mano e disperati ma speranzosi ti salutammo come per dire che non era vero che non era possibile perché tu ce l' avresti fatta.
Infatti il mattino seguente tu eri li ancora più combattiva che mai come a sfidare il destino e prenderlo in giro.
Piccola mia grazie a te mi avvicinai di più alla Chiesa non sai quanto pregai il Signore perché ti tenesse in vita in ogni angolo sacro mi fermai per dire una preghiera e la solita frase che il signore si senti per 6 mesi di calvario “Signore lasciamela come tu vuoi ma lasciamela!” e ogni giorno era diverso fino a che il 29 luglio ti stubarono e tu respirasti da sola per la prima volta.
Che bel giorno fu quello perché eri come rinata tu eri tra quel 1% di sopravvissuti ed eri sanissima.
Ti portammo a casa e festeggiammo la tua vittoria contro un male che nessuno può sconfiggere ma tu ce l hai fatta piccola mia.
Come per ringraziare il Signore quello stesso giorno fino ad oggi portai dei fiori al Cristo come ringraziamento per avermi ascoltata!
Un grossissimo bacio la tua mamma.

INCINTA DI 8 MESI MI DISSERO: SI AUGURI CHE SUA FIGLIA NASCA MORTA (VI RACCONTO LA MIA INCREDIBILE STORIA)

Dagli occhi di Papà

Amatissima figlia
non sono solito scrivere anzi non sono solito parlare molto ma mi dicono che quando parlo dico delle cose giuste spero che anche nello scrivere sia lo stesso!
Mi è difficile aprire il mio cuore anzi meglio scrivere e ascoltarlo ,farò questo grande sforzo per farti comprendere quello che provai alla tua nascita.
Stavo lavorando in agenzia quando ricevo una telefonata era tua madre che da casa mi urlava che doveva andare in ospedale perché tu eri li li per nascere ora in una situazione normale un futuro padre ha 9 mesi di tempo per prepararsi psicologicamente per pensare a quanti giri fare nella sala d’aspetto e intanto tra la gioia e l’impazienza pensare a come sarà tua/o figlia/o io credimi figlia mia per un padre questi pensieri sono una prigione psicologica ! perché dal momento in cui tua moglie ti dà la lieta novella tu futuro padre sei obbligato moralmente a sostenere la tua amata e credimi è davvero pesante ma io ho avuto la grazia di stare in quella prigione 6 mesi ! come 6 mesi??? E perché mia moglie mi chiama per portarla d’urgenza in ospedale???? Mi alzai di corsa e mi diressi verso la macchina e senza accorgermene avevo già parcheggiato ed ero salito a prendere la partoriente come dei fulmini siamo arrivati in ospedale e li è nato l’incubo !
Sudavo freddo ,ero seduto ma mentalmente non c’ero ! ero in tilt vedi bambina mia gli uomini come detto prima fanno fatica ad esternare i sentimenti in quel momento anziché essere trepidante e gioioso ero severamente preoccupato per TE! Quando l’infermiera è uscita senza nessun fagotto tra le braccia il mio respiro per un secondo cessò perché non ci credevo che tu non c’eri ! guardai la povera infermiera che dal suo viso freddo faceva
trasparire emozioni di commozione e consolazione che non mi servirono a molto perché con tutto me stesso aspettavo che l’infermiera parlasse ebbene il responso fu che ti avevano trasferita a Pavia perché li non vi erano mezzi per salvarti !
Intanto sentivo tua mamma che discuteva con il medico perché non voleva prendere le pastiglie per farsi togliere il latte e voleva andare a vederti !
Dopo aver firmato la liberatoria accompagnai tua mamma in macchina e ci avviammo verso Pavia! Il tragitto sembrava quel film la storia infinita perché per noi poveri genitori il tragitto non finiva mai!
Ignaro di quante volte avrei percorso quel tragitto finalmente arrivammo all’ospedale ci fecero alcune domande e dopo ci dissero di aspettare piccola mia non sai quanto tempo aspettammo finalmente un infermiera si degnò di noi e ci disse che poteva entrare solo tua madre io mi sentii escluso ma almeno ero contento per te perché avresti avuto tua mamma vicino.

nato-prematuro
Vidi mia moglie dirigersi verso un’altra stanza dove la coprirono per assicurarsi che non fosse vettore di malattie la vidi entrare in quel luogo che a noi uomini è permesso solo in certe occasioni come io appresi dopo.
La tensione era molto alta un’infermiera si avvicinò e mi chiese se io ero il padreRisposi di si , con un gentilissimo sorriso e con i dovuti modi mi disse di che gruppo sanguineo ero
Risposi 0 negativo , lei si sollevò e mi disse se potevo donare , il motivo eri TU che non avendo abbastanza sangue il cuore non pompava bene .
Furono secondi di terrore perché io avevo una gran paura degli aghi ma questa fu surclasata dalla paura di perderti cosi senza pensarci accettai .
I giorni erano cosi sempre in alto mare perché tu potevi scatenare una marea oppure una piccola onda per dire che c’eri.
Furono 6 lunghissimi mesi perchè vedi piccola mia io e tua madre siamo stati svegli quasi 24 h, 12 per venirti a trovare e 12 per togliere il latte o per venirti a dare gli ultimi saluti.
E di queste esperienze ora ti parlerò
Il telefono squillava e ancora assonnati rispondemmo e come al solito era il medico che ci diceva di partire.
Cosi con la luna e le stelle alte nel cielo partivamo e con un groppo al cuore e le lacrime arrivavamo trafelati e speranzosi che durante il tragitto tu non fossi già morta.
È in queste occasioni che mi permisero di entrare e dopo esserci coperti ti vidi per la prima volta.
Eri piccola e indifesa e sapevo che in quel preciso momento stavi soffrendo.
Misi una mano dentro l’incubatrice e constatai con mio grande stupore che eri lunga come la mia mano.
Quando eravamo li con te quelle notti infernali il tempo volava e i medici e gli infermieri non sapevano come dirci che era scaduto il tempo.
In cuor mio speravo vividamente di trovare il giorno seguente una telefonata di tua madre che mi annunciava che avevi superato la notte ed era sempre cosi .
Per cui passavo dall’inferno al purgatorio.
Il giorno più bello fu quando passai nel Paradiso .
Era il 29 luglio e tu per la prima volta respirasti da sola.
La mia cucciola ce l’aveva fatta e io ero e sono orgoglioso di lei .
Spero di essermi espresso bene come sai piccola mia, scusa se ti chiamo ancora cosi lo so che hai 21 anni ma per me resterai sempre la mia piccola guerriera, di essermi espresso bene .Un grosso bacione il tuo papà."

La bellissima storia di Beatrice.
Se vuoi raccontare la tua a Donnaweb scrivi qui

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram