Oggi parliamo di un’azione che eseguiamo almeno 250 mila volte nella nostra vita: si tratta dello sbadiglio, un atto involontario che compiamo quando ci annoiamo o quando abbiamo sonno.
Vediamo cos’hanno scoperto gli scienziati finora.
Indice:
Cos’è lo sbadiglio e come si verifica
Lo sbadiglio è un’azione composta da due fasi: la prima inspiratoria e la seconda espiratoria. Tutti gli esseri umani sbadigliano e anche alcuni animali, quali cani, gatti, topi, serpenti e uccelli.
Lo sbadiglio si verifica già nel feto durante l’undicesima settimana, ha una durata di circa 6 secondi ed è spesso associato allo stiracchiamento.
Perché sbadigliamo? Le cause
I motivi per cui si sbadiglia non sono molto chiari, ma ci sono moltissime ipotesi tra le quali:
- la noia: quando ci annoiamo particolarmente, tendiamo a sbadigliare;
- lo stress: un organismo in condizioni di stress richiede più ossigeno;
- il sonno: di solito sbadigliamo al mattino e alla sera. Questo perché al mattino si ha più bisogno di ossigeno dopo la notte, mentre la sera c’è la stessa necessità dopo una giornata di lavoro;
- fame e digestione: il nesso tra la sensazione di fame e lo sbadiglio non è stato ancora espresso chiaramente, ma, per quanto concerne la digestione, la causa è la maggiore richiesta di ossigeno del corpo.
- Attrazione sessuale: sembrerà strano, ma questa ipotesi è stata confermata da alcuni scienziati nel 2012 e ritrovata in alcuni testi indiani antichi. Forse si sbadiglia per favorire l’ossigenazione dei tessuti in previsione di un rapporto.
Perché lo sbadiglio è contagioso?
È capitato più o meno a tutti di trovarsi di fronte a una persona che sbadiglia e ripetere l’atto involontariamente.
Secondo le ricerche condotte da Elisabetta Palagi e Ivan Norscia, sembra che ciò sia dovuto all’empatia tra i soggetti.
Il contagio, infatti, avviene più spesso tra parenti stretti che tra sconosciuti e inizia a svilupparsi verso i 4-5 anni di età, quando il bambino comincia a identificare le emozioni altrui.