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Agosto 27, 2013

Redazione DonnaWeb

Salvia, ribes e prugnolo ci aiutano a sgonfiare le gambe in modo naturale

Scopri come sgonfiare le gambe in modo naturale con l'infuso alla salvia e con l'aiuto del ribes nero e prugnolo.

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Sono sempre i rimedi verdi quelli che ci aiutano a combattere i capogiri, eccesso di ristagni in questa stagione. Il caldo provoca spesso un aumento della pressione nelle gambe, le temperature elevate poi possono indurre un brusco calo della pressione.

I sintomi della pressione bassa sono debolezza improvvisa e sensazione di svenimento. Si cerca di intervenire abbassando la temperatura corporea e  cercando di creare un equilibrio tra la perdita di liquidi e sali minerali. In questi casi è utile bere succhi freschi, spremute a base di frutti rossi, rimineralizzanti e antiossidanti.

Gli estratti naturali che hanno un effetto vasocostrittore sono tanti e ci aiutano a far salire la pressione bassa, la medicina fin dai tempi più remoti ha indicato la liquirizia e il rosmarino (creando una tisana e bevendola due volte al giorno). A tavola abbondiamo invece con i vegetali ricchi di acqua e consumiamo un pò di basilico.

Infuso alla salvia

La salvia è tra i rimedi naturali quella che aiuta a combattere maggiormente i cali di pressione, prepariamo una miscela con 10 gr di salvia, 10 foglie di menta e 5 radici di liquirizia. Prendiamo un cucchiaino di queste erbe mescolate insieme e lasciamo in infusione 10mn in acqua bollente, se ne potrà bere una tazza al giorno per 7 giorni, la sera.

Ribes nero e prugnolo

Sono efficaci per dare energia nei casi di cali di pressione e spossatezza. Possiamo provare i macerati glicerici di ribes nero, alza la pressione, prugnolo, che aiuta a sostenere l'organismo debilitato e quercia che aiuta a contrastare i sintomi di stanchezza.

Gli estratti fluidi mescolati tra loro aiutano a rinforzare il corpo e aiutano la circolazione sanguigna.

Si possono assumere mettendo 50 gocce di ciascun rimedio in un bicchiere d'acqua, si potrà bere al mattino a digiuno per uno o due mesi.

Fonti: riza.it

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