Molte persone, spesso, si tuffano nel cibo per ragioni emotive, ritenendo erroneamente che mangiando possano ridurre il senso di angoscia.
A volte si usa il cibo come calmante o per abitudine, ad esempio quando non si riesce a risolvere subito un problema o quando non si placano i pensieri che causano il disagio emotivo.
Mangiare diventa così il modo più semplice per alleviare le emozioni, ma purtroppo non le risolve.
Nella maggior parte dei casi, infatti, ci si sente anche peggio, poiché la fame nervosa è una condizione che parte dalla testa non dallo stomaco.
È, dunque, molto importante imparare a riconoscere le proprie emozioni, distinguendole dal senso di angoscia.
Ecco perché è fondamentale riconoscere di essere turbati emotivamente e capire qual è il motivo: una critica, l’insorgenza di un imprevisto, la noia perché non si sa cosa fare.
Sicuramente il cibo può essere di conforto, ma si tratta di un effetto temporaneo.
È possibile controllare il disagio emozionale, cercando di consolarsi in altri modi, ad esempio:
- identificando il momento e la situazione che causano il disagio emotivo che induce a cercare rifugio nel cibo: un rifiuto, una frustrazione, una sofferenza.
-Spostando l’attenzione altrove: bastano pochi minuti per trasferire il pensiero dal cibo ad altro; una passeggiata, la lettura di un libro, una telefonata a un’amica sono diversivi piacevoli, utili per superare i momenti difficili, evitando di rifugiarsi nel cibo.
-Praticando esercizi di rilassamento, come lo stretching o la respirazione profonda: anche una camminata di 10-15 minuti può aiutare a ritrovare serenità e a usufruire dei benefici dell’attività fisica su mente e corpo.
Provare emozioni negative non è sicuramente bello, ma non succederà nulla se di cerca di accettarle e affrontarle.
In questo modo sarà possibile imparare un concetto molto importante: non è necessario mangiare solo perché ci si sente turbati dal punto di vista emotivo.