Aude Lafitte, anche madre di una bambina, di 4 anni, ha perso il suo secondo figlio a soli 2 mesi a causa della Sindrome del bambino scosso, ora vuole condividere la sua storia con la speranza di poter educare i giovani e futuri genitori a questo tipo di comportamento che può portare alla morte tragica del piccolo.
Aude aveva una visita medica postpartum e decise di lasciare il piccolo Timothy con il padre, dopo l'appuntamento scopre che il figlio non sta bene e deve andare in ospedale.
I dottori le dicono subito che il cervello del piccolo aveva subito un trauma a causa della sindrome del bimbo scosso, dopo cinque giorni il bambino morì. La sua vita crolla di botto e lei deve reagire al dolore.
La donna ora vuole condividere la sua storia con più persone possibili in modo da poter aiutare la gente a prevenire queste disgrazie: "Parlarne cambierà le cose, la testimonianza dovrebbe servire ad aiutare più persone affinchè non ci siano più casi come questo".
Bisogna capire bene la distinzione tra giocare con un bambino e fargli del male anche se involontariamente. Ricorda la dura realtà per alcuni genitori che devono affrontare per calmare il piccolo che non smette di piangere, a volte può venire spontaneo prenderlo in braccio e agitarlo per farlo calmare ma potrebbe essere molto pericoloso.
Prevenire la sindrome del bambino agitato
La sindrome del bambino scosso si verifica quando un adulto prende il bambino sotto le ascelle e lo scuote violentemente. Questo atto, che di fatto è un maltrattamento, può quindi far sì che il cervello strisci nella scatola cranica del bambino e rivelarsi fatale.
Quindi è buona abitudine evitare di commettere errori simili e diffondere l'avvertimento a quante più persone possibili.