La melanzana è molto mangiata dagli italiani, a parte qualche piccola eccezione di chi non riesce a sopportarne il gusto e la consistenza; questo ortaggio arriva dalla Cina ed è sbarcato in Europa grazie agli Arabi.
Il suo nome scientifico è Solanum melongena, a ricordare il fatto che appartiene alla famiglia delle solanacee come i pomodori, il tabacco e il peperoncino.
La parte della melanzana che mangiamo è quella che ha la buccia nera, viola, bianca o rossa lucente ed una superficie lisce o a costole con forma variabile dal tondo all'allungato ovoidale.
Nell'antichità la melanzana era considerata non mangiabile, al suo interno vi è la solanina, che non va consumata a crudo. Del resto però, questo ortaggio è povero di calorie, solo 16 per 100 grammi, la sua polpa ammorbidisce i condimenti, soprattutto l'olio, cosa da tener ben presente in cucina.
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Al suo interno c'è molta acqua, per questo motivo stimola l'attività dei reni; possiede anche una percentuale di potassio, di vitamina A e C, fosforo, calcio, tannino e poca quantità di grassi e di zuccheri.
Ha proprietà depurative e lassative, regolarizza l'attività del fegato favorendo l'eliminazione della bile. Nella buccia sono presenti sostanze utili al pancreas e all'intestino e ad abbassare il livello di colesterolo; la melanzana è ricca di fibre.
Al momento del suo acquisto controllate che il picciolo sia ancora attaccato, che non ci siano parti secche e ammaccature, nonché parti nere e ammuffite sulla buccia.
La melanzana si mantiene anche 4 giorni in frigo a patto che non togliete il picciolo; si può anche tagliare e congelare, dopo essere stata sbollentata, oppure conservata sott'olio dopo averle affettate e passate in acqua bollente aggiungendo aceto di mele (che le rende più digeribili), per poi metterle nei vasetti con spicchi d'aglio, pepe, origano ed olio.