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Ottobre 30, 2021

Alessandro Giordano

Ecco 3 curiosità legate alle superstizioni più comuni

Gli Italiani sono molto superstiziosi, infatt, in ogni famiglia e in ogni regione esistono tradizioni che suggeriscono curiosi rimedi contro la sfortuna.

Poche persone, però, si domandano quali siano le origini di queste credenze popolari.

Ecco, dunque, tre curiosità relative alle superstizioni più comuni.

Il gatto nero

Una delle superstizioni più diffuse è quella relativa al gatto nero: pare che la paura nei confronti di questi felini sia dovuta alla luminosità dei loro occhi al buio.

Probabilmente nel periodo medioevale, durante la  notte, questi gatti spaventavano i cavalli e facevano deragliare le carrozze.

In seguito al manifestarsi di vari incidenti, i gatti neri vennero associati per lungo tempo a Satana: per questo motivo, è di cattivo augurio che attraversino la strada a chi sta guidando un veicolo.

Far cadere il sale

Il sale, in epoca antica, era un alimento molto prezioso e altrettanto difficile da trovare: per questo motivo molte parole, come salario, per esempio, hanno la stessa etimologia, essendo collegate al mondo economico.

Rovesciare il sale, dunque, equivale a una perdita finanziaria.

Il numero 13 e numero 17

Il 13 è ritenuto un numero sfortunato in tutto l’Occidente: questa credenza è legata a diversi eventi.

L’avvenimento più famoso risale al ordine di arresto emanato da Filippo il Bello nei confronti dei Templari, in data Venerdì 13 ottobre 1307.

Il 13 indica anche il numero degli invitati presenti all’Ultima Cena: per questo motivo, si crede che sedersi in 13 a tavola porti sfortuna e da qui deriva la paura che il primo ad alzarsi possa morire.

Il numero 13 è, inoltre, associato al tredicesimo arcano dei tarocchi, La Morte.

Per quanto riguarda il numero 17, invece, si tratta di una superstizione tipica del nostro  che risale all’epoca degli antichi romani.

La numerazione latina prevede che 17 si scriva XVII: anagrammandolosiottiene VIXI, che vuol dire “ho vissuto”.

Trattandosi di un’iscrizione che veniva incisa sulle lapidi, è diventato pensiero comune credere che porti sfortuna, essendo collegata al mondo dei defunti.

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