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Uno studio afferma che dalla lunghezza delle dita si può capire quali malattie si rischiano di avere

Un recente studio ha dimostrato che avere l'indice più lungo dell'anulare corrisponde ad un aumento del rischio di contrarre malattie durante la vita. Leggete perchè.

Degli studi recenti hanno dimostrato che avere un dito indice più lungo dell'anulare corrisponda al rischio di contrarre delle malattie.

La lunghezza delle mani viene determinata quando siamo ancora nel grembo materno, dall'esposizione agli ormoni estrogeni e al testosterone.

Gli ormoni femminili influiscono sulla crescita del dito indice, mentre il testosterone, ormone maschile, influisce sulla crescita del dito anulare.

Avere un dito più lungo dell'altro vuol dire avere una prevalenza a quel tipo di ormone e questo, nel primissimo periodo di vita, sembra poter influenzare il rischio di sviluppare delle malattie.

Il professore John Manning, biologo presso l'Università Swansea, sostiene che per riuscire a determinare quale dito è più lungo dell'altro, si dovrebbe prendere in considerazione la mano destra e partire dalla piega più vicina al palmo fino ad arrivare alla punto del dito.

Uno studio della Nottingham University in Gran Bretagna ha dimostrato che chi ha l'anulare più lungo dell'indice, rischia il doppio di sviluppare l'artrosi al ginocchio, all'anca e alla mano, nonché una forte esposizione a raffreddori e malanni vari.

Ma ci sono due elementi positivi per chi ha l'anulare più lungo dell'indice:

- meno probabilità di fumare e meno problemi di salute collegati al fumo

- più possibilità di avere un apparato cardiovascolare valido e sano

Se invece, l'indice è più lungo dell'anulare:

- le donne hanno più probabilità di sviluppare un tumore al seno o all'utero

- gli uomini hanno più probabilità di essere colpiti da infarto o ictus prima dei 50 anni

- le donne sono più a rischio di disordini dell'alimentazione

- sia uomini che donne sono più esposti ad asma, riniti e allergie.

Se invece l’indice è più lungo dell’anulare:

Le donne hanno maggiori probabilità di sviluppare il tumore del seno o dell’utero (a causa dell’esposizione agli estrogeni nel grembo materno);

Gli uomini hanno maggiori probabilità di venire colpiti da infarto o ictus precocemente, prima dei 50 anni (anche qui, per “colpa” dei bassi livelli di testosterone, ormone che protegge il cuore).

Le donne sono più a rischio di soffrire di disordini dell’alimentazione come la bulimia.

Uomini e donne sono più esposti ad asma, riniti e allergie varie.

Il lato positivo?

Avere un indice più lungo dell'anulare riduce di un terzo il rischio di sviluppare il tumore alla prostata.

Redazione DonnaWeb

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