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Dicembre 29, 2021

Redazione DonnaWeb

Souvenir giapponesi, quali sono i più tipici e caratteristici

Chi ha la possibilità di visitare un paese ricco di storia e cultura come il Giappone difficilmente resiste alla tentazione di acquistare qualche souvenir per sé e per i propri cari. Il paese del Sol Levante, infatti, vanta una ricca tradizione artistica, che oggi si esprime anche attraverso una serie di piccoli manufatti molto apprezzati anche dai visitatori e, più in generale, dagli appassionati della cultura e della storia giapponesi. Rispetto a quanto accadeva in passato, oggi è possibile reperire facilmente questo tipo di oggetti anche online, grazie ad e-commerce specializzati come Takumiya. L’apertura al digitale del mercato dell’oggettistica tradizionale ha ampliato notevolmente la scelta a disposizione di chi vuole regalare (o regalarsi) un souvenir che rappresenti il Paese del Sol Levante; in questo articolo, vediamo quali sono i più tipici e caratteristici.

Maneki neko

Spesso indicato anche come “gatto della fortuna”, il maneki neko è la statuita di un gatto raffigurato con una zampa alzata; il nome originario, infatti, significa letteralmente “gatto che saluta”. L’immagine è ispirata al bobtail giapponese, una razza felina originaria del Sol Levante. Le origini del maneki neko sono incerte; è probabile che sia comparso tra la fine del periodo Edo e l’inizio dell’epoca Meiji (seconda metà dell’Ottocento). La caratteristica beneaugurale di questo oggetto deriva dalla credenza secondo cui se un gatto ‘saluta’ il proprio padrone, questi riceverà un’ampia dose di fortuna.

Le bambole kokeshi

Le kokeshi sono bambole tradizionali originarie della regione del Tohoku; sul significato del termine ci sono opinioni discordanti: le traduzioni più accettate sono “piccola bambola” o “bambola di legno”; entrambe descrivono in maniera piuttosto precisa le kokeshi: piccole bambole intagliate nel legno e poi dipinte. Queste si diffusero alla fine del periodo Edo (seconda metà dell’Ottocento) come souvenir, che gli artigiani locali producevano per i turisti che in visita alle terme di Miyagi. Nonostante presentino una foggia estremamente semplice, le bambole kokeshi vengono richiedono molto tempo per essere realizzate; il legno (in genere l’acero giapponese, il ciliegio o il cornus) viene lasciato ad essiccare per un periodo che va da sei mesi a cinque anni.

Daruma

Le bambole Daruma (o Dharma) rappresentano il Bodhidharma (il nome, infatti, non è altro che la traslitterazione della pronuncia giapponese di “Dharma”) e sono una delle più celebri statue votive giapponesi. Su ogni statuetta è raffigurato il volto stilizzato di un uomo con barba e baffi; generalmente sono di colore rosso ma ne esistono anche versioni in giallo, verde o bianco. Secondo la tradizione nipponica, l’uso della bambola Daruma è legata al raggiungimento di un obiettivo o la realizzazione di un desiderio; prima di un evento o impegno importante, l’usanza beneaugurante prevede che si dipinga una pupilla del Daruma. Nel caso in cui l’obiettivo venga raggiunto o il desiderio espresso si realizzi, si dipinge anche l’altra pupilla.

Tende noren

Le tende noren sono molto comuni in Giappone, dove fungono da divisori all’ingresso di negozi, chioschi, bagni pubblici e non solo. Possono essere utilizzati sia all’esterno che all’interno dei locali; nel primo caso, riportano una calligrafia con il nome del negozio o del chiosco (per lo più si utilizzano ideogrammi ma non di rado vengono impiegati anche disegni astratti o monogrammi). Il noren è costituito da un unico pezzo di tessuto, diviso in due o tre fasce da tagli longitudinali; quelli da interno hanno una funzione simile a quella dei paraventi.

Furin

I furin (letteralmente, campana al vento) sono campanellini “cattura vento” di origine antica (erano diffusi in Giappone già nel 12° secolo); vengono collocati vicino a porte e finestre, oppure appesi a grondaie e porticati, durante la stagione estiva, così che il vento li faccia suonare. Si crede che il loro suono tenga lontani gli spiriti malvagi.

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