L'abuso dei permessi Legge 104 è ovviamente una pratica scorretta da parte del lavoratore nei confronti sia del suo datore che dell'Inps che paga i giorni di permesso retribuiti. Proprio per questo motivo la Cassazione ha deciso di pronunciarsi in merito e oggi scopriremo assieme quanto stabilito.
Legge 104: assistenza continuativa ed esclusiva?
La legge 104, come ben saprete, consente ai dipendenti di usufruire di alcuni permessi e privilegi in modo tale da poter offrire assistenza ad un proprio parente disabile. A tal proposito è bene ricordare che la legge n. 183/2010 ha stabilito che non è necessaria l'assistenza continuativa ed esclusiva, in quanto il lavoratore che si divide fra lavoro e assistenza ha anche bisogno di dedicare del tempo a se stesso e riposarsi.
In parole povere il lavoratore deve offrire assistenza al parente disabile in ogni giorno di permesso retribuito, anche facendo commissioni per lo stesso. Proprio per questo motivo è possibile uscire di casa, ma ovviamente non deve lasciarlo solo tutto il giorno. Viene considerato abuso, invece, quando il fruitore del permesso decide di prendere la giornata ad esempio per divertirsi, senza dedicare quindi nessuna ora della giornata ad assistere il proprio familiare.
La sentenza della Cassazione
Come visto fino a questo momento, quindi, alcune persone abusano dei privilegi della Legge 104 per motivi personali e la Cassazione ha deciso pertanto di pronunciarsi contro gli abusi da parte dei dipendenti di questa tipologia di permessi.
In particolare, con la recente sentenza, si è stabilito che nel caso in cui un lavoratore usufruisca dei permessi della Legge 104 senza assistere il parente disabile, allora il datore può decidere di licenziare per giusta causa. A tal fine le aziende possono decidere di controllare un dipendente e vedere se il permesso legge 104 è preso in maniera giusta oppure solamente per godere di un giorno di ferie pagato.
Abuso permessi Legge 104: le possibili sanzioni
Nel caso in cui un lavoratore abusi dei permessi Legge 104, quindi, può essere innanzitutto licenziato per giusta causa senza preavviso. In secondo luogo può incorrere in una sanzione penale con l'accusa di reato di indebita percezione di indennità statale. In questo caso si rischia la reclusione o una cospicua ammenda pecuniaria, in base alla somma di denaro impropriamente percepita.