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Febbraio 3, 2018

Redazione DonnaWeb

La mamma di Pamela Mastropietro: "Ai colpevoli farei le stesse cose che hanno fatto a lei" (video)

E' stata intervistata da Giuseppe Cruciani e David Parenzo a La Zanzara la mamma di Pamela, la ragazza morta a soli 18 anni e fatta a pezzi a Macerata, ai microfoni del noto programma radiofonico ha detto la sua intervistata da  Giuseppe Cruciani e David Parenzo.

Queste le sue parole «Da madre lo penso, se me lo permette. Non voglio la pena di morte, ma se lo lasciassero a me per quello che hanno fatto a mia figlia farei la stessa identica cosa che hanno fatto a lei. Mi riferisco ai carnefici», afferma la donna. «In televisione - ha aggiunto - stiamo sentendo cose travisate sulla vita di mia figlia. Racconteremo più avanti delle cose su quello che ha passato. Comunque conto che ci sia giustizia, spero che venga fatta giustizia».

«Da madre lo penso, se me lo permette. Non voglio la pena di morte, ma se lo lasciassero a me per quello che hanno fatto a mia figlia farei la stessa identica cosa che hanno fatto a lei. Mi riferisco ai carnefici», afferma la donna. «In televisione - ha aggiunto - stiamo sentendo cose travisate sulla vita di mia figlia. Racconteremo più avanti delle cose su quello che ha passato. Comunque conto che ci sia giustizia, spero che venga fatta giustizia».
«Succede che alcune persone che commettono delitti vengono messe fuori dopo pochi giorni. Perché magari sono extracomunitari. In alcune zone di Roma le forze dell'ordine sanno benissimo chi sono gli spacciatori però non possono fare nulla perché magari hanno le mani legate. Le forze dell'ordine devono avere più poteri contro gli spacciatori», ha detto Alessandra. «Morire così - ha sottolineato - non è giusto per nessuno. Per nessuno. La politica? Facessero qualcosa, facessero qualcosa per fermare questo scempio. I politici facessero leggi o qualcosa per fermare questo scempio. Non c'è solo mia figlia che è caduta nella droga, o nella dipendenza da alcol o altre cose. Ci sono migliaia di ragazzi e ragazzini. Non ci sono le leggi che aiutano questi ragazzi e i familiari».

 

 

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