Nelle famiglie si tramandano tante cose, ogni volta che nasce un bambino tutti i parenti si affrettano a capire a chi somiglia, da chi ha preso gli occhi, la bocca, il naso e tutto diventa una gara anche comica.
Quando è venuto al mondo il piccolo Vinicius una cosa era certa, aveva ereditato un grande particolare da tutti i suoi familiari, il padre non poteva più essere orgoglioso di così anche il piccolo aveva il marchio della famiglia De Silva.
La famiglia è molto conosciuta a Brasilia per la loro particolarità, tutti i 14 membri della stirpe hanno sei dita per mano e piede. Una rara anomalia genetica nota come polidattilia, un segno particolare che li contraddistingue e che si tramanda da generazioni, il nonno di Alessandro (il padre del bambino) vedeva come un vantaggio. Una caratteristica di cui andare fieri, "Mio nonno - spiega Alessandro - ha trasformato le nostre sei dita in un qualcosa di prezioso, tanto che scrisse anche un libro con le sue mani stampate sulla copertina".
"Ha composto musica - ha continuato l'uomo - e in tutto quello che ha fatto ha portato il simbolo di famiglia: ha fatto delle nostre sei dita un brand che nessun altro ha e che ci distingue dagli altri". Katia, la moglie di Alessandro, ha 'solo' cinque dita alle mani e ai piedi, il che vuol dire che i loro figli hanno il 50% di probabilità di nascere con la polidattilia. Per Vinicius e il suo fratellino di sette anni, Guilherme, quella percentuale di probabilità si è avverata. "Fin da quando Vinicius è nato - dice il padre - si è visto subito che le sue dita funzionano perfettamente: sta già cercando di afferrare gli oggetti e tutto procede normalmente".
"Per noi non è mai stato un problema avere sei dita - dice con orgoglio Sylvia, la zia di Alessandro -. Anzi: è una cosa che ci piace". E il fratellino di Vinicius sottolinea: "La cosa più bella è poter tenere molte cose in una mano sola". Ma non è l'unico vantaggio: "L'aspetto migliore, per me - dice sua cugina Maria - è che posso suonare più tasti sul pianoforte". Infine, Joao Assis, portiere di una squadra di calcio: "Con sei dita posso raggiungere alcune palle che altre persone non raggiungerebbero. Senza contare che per me è più facile trattenere il pallone perché ho più presa e le mie mani coprono un'area più ampia, quindi è difficile che possa sfuggirmi".
Quello che per gli altri può sembrare un handicap per questa famiglia invece è un valore aggiunto.
fonte: caffeinamagazine
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