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Ottobre 20, 2021

Redazione DonnaWeb

Gastroenterologo: chi è, di cosa si occupa, quando va interpellato

La gastroenterologia è il ramo delle scienze mediche che si occupa di studiare, diagnosticare e curare le patologie che possono colpire lo stomaco, dell’intestino e delle altre parti dell’apparato digerente. Il medico che si specializza in questa particolare disciplina acquisisce il titolo di gastroenterologo. In questo articolo vedremo di cosa si occupa e in quali circostanze è consigliabile (o necessario) rivolgersi a questo genere di specialista.

Per esercitare la professione di gastroenterologo è necessario anzitutto conseguire una laurea in Medicina e Chirurgia, completando un percorso accademico della durata di sei anni. L’abilitazione all’esercizio della professione di gastroenterologo viene concessa a coloro i quali, dopo aver frequentato una scuola di specializzazione, sostengono con profitto l’esame di abilitazione e completano l’iscrizione all’Albo regionale.

Di quali patologie si occupa

La formazione di un medico gastroenterologo non riguarda interventi di chirurgia invasiva ma si caratterizza per la multidisciplinarietà, dal momento che le patologie che possono rientrare nel suo ambito di competenza sono molto varie e diverse tra loro. Alcune sono più lievi e facilmente trattabili; altre, di contro, si manifestano in forma grave e possono richiedere l’intervento di altri specialisti.

In linea di massima, i disturbi che più di frequente richiedono un consulto da parte di un gastroenterologo sono: allergie e intolleranze alimentariceliachiadiarreacoliteernia iatalediverticolitereflusso gastroesofageodispepsiagastriteesofagite, cattiva digestione, ulcere stitichezza.

Così come accade per qualsiasi altro consulto medico specialistico, una visita gastroenterologica è utile - se non necessaria - qualora il paziente manifesti sintomi, anche lievi, a carico dell’apparato digerente. I ‘segnali’ da tenere in considerazione per valutare la necessità di rivolgersi ad un gastroenterologo sono: dolore gastrico, bruciore di stomaco, fitte all’intestino, stitichezza o diarrea. Se questi sintomi si manifestano in maniera prolungata (ossia non regrediscono nel giro di un paio di giorni), è bene rivolgersi ad uno specialista in gastroenterologia. In aggiunta, è sconsigliato ricorrere a rimedi casalinghi o fai da te che che potrebbero peggiorare il problema.

Visita gastroenterologica: come si svolge

In caso di necessità, è possibile sottoporsi a visita gastroenterologica sia presso una struttura pubblica che una privata. Nel primo caso, è richiesta la prescrizione (impegnativa) firmata dal proprio medico curante, da esibire al momento dell’accettazione. Qualora, invece, ci si rivolga ad un ambulatorio o un centro privato, l’impegnativa non è un requisito obbligatorio ma preferenziale; ragion per cui, è consigliabile informarsi con buon anticipo, anche dopo aver effettuato la prenotazione. Spesso le strutture private mettono a disposizione degli utenti dei moduli online sul proprio sito, come ad esempio il centro Ionoforetica per chi cerca un gastroenterologo a Bologna.

Dal punto di vista pratico, la visita si svolge in maniera molto semplice: il paziente non deve approntare alcuna preparazione specifica (non è richiesto il digiuno né altro) e, specie se si tratta di un primo consulto, non è prevista alcuna procedura invasiva o dolorosa. È consigliabile portare al medico i referti di esami clinici e strumentali svolti prima del consulto, meglio se in un momento non troppo risalente.

Il consulto ha una durata piuttosto breve (circa 30 minuti o poco più) e prevede, nella prima fase, un’anamnesi completa del paziente. Il medico, attraverso una serie di domande, acquisisce informazioni relative ad abitudini alimentari, stile di vita ed eventuale familiarità con patologie gastrointestinali. In aggiunta, il gastroenterologo può procedere ad un esame obiettivo della parte interessata dalla sintomatologia, mediante osservazione diretta e palpazione. Qualora il primo consulto non sia sufficiente ad individuare l’origine del malessere, il medico può disporre ulteriori esami (analisi del sangue, ecografia, radiografia o esami endoscopici).

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