Per ora le scuole elementari e medie restano aperte, indipendentemente dal colore della zona.
Sentimenti contrastanti assalgono i genitori: se da una parte c'è la consapevolezza che con la scuola in presenza il bambino ha sicuramente un proseguo scolastico migliore, dall'altra c'è la comprensibile preoccupazione del rischio contagio. Cercare di tutelare la presenza in classe è uno degli obiettivi che ci si pone: dopo mesi a casa è giusto che i bambini possano restare il più possibile ai loro banchi, con tutte le precauzioni del caso: mascherina, gel igienizzante, rispetto delle distanze e di tutte le norme che i diversi istituti hanno adottato.
L'ambiente scolastico rappresenta forse uno dei luoghi più sicuri ma le misure di prevenzione vanno rispettate anche a casa. Cosa possiamo dunque fare noi genitori? Innanzitutto rispettare le prescrizioni imposte dal DPM e poi imparare ad adottare delle sane abitudini che pare possano aiutare a prevenire il contagio da covid-19. Una di queste abitudini, secondo il pediatra Fausto Flor Carvalho, capo del Dipartimento di Salute Scolastica della Società Pediatrica di San Paolo (SPSP), è quello di rispettare la distanza minima di 1,5 metri, di fare indossare la mascherina al bimbo e di sostituire quella che ha indossato a scuola con una nuova mascherina, gettando la mascherina usata.
Al termine dell'orario scolastico, lo studente non appena arriva a casa, deve togliere i vestiti che indossa, e fare una doccia, quindi prendere l'abitudine di lavarsi non la sera come è quasi per tutti abitudine fare ma al rientro da scuola. Si tratta di una raccomandazione che diventa ancora più importante per gli studenti che convivono con persone a rischio, come gli anziani e i malati cronici.
I genitori devono anche essere attenti se si manifestano dei possibili sintomi di covid-19 come febbre, tosse secca, diarrea, vomito, nausea e stanchezza. In tutti questi casi il bambino deve rimanere a casa. Sta poi alla discrezione del pediatra decidere se eseguire o meno il tampone.