Categorie: Notizie

E' GIUSTO DARE UNO STIPENDIO ALLE CASALINGHE?

Le donne sono sempre più al centro di atti di violenza, negli anni si è cercato più volte di intervenire con diversi provvedimenti ma questi non sembrano essere stati utili. L'ultimo risale all'agosto scorso, un provvedimento contro la violenza voluto da governo Letta, che è risultato del tutto inutile.

La violenza va combattuta in primo luogo con la prevenzione, in questo ambito bisogna concentrare gli interventi in maniera mirata, concisa e precisa. I femminicidi sono la conclusione di vessazioni e maltrattamenti soprattutto tra le mura domestiche, il luogo dove le donne dovrebbero stare al sicuro. Molte anche se sono in pericolo non scappano pensando a come fare a mantenersi se abbandonassero la casa. La dipendenza economica trasforma la loro vita in un ergastolo.

Molte casalinghe non sono prive di reddito perché stanno con le mani in mano ma perché sono decise per la realizzazione dei progetti dei compagni, liberi di investire tutto il tempo e le energie nel lavoro senza il pensiero fisso di prendersi cura di casa e figli.

A questo punto c'è da chiedersi: non sarebbe il caso di dare uno stipendio a chi dedica i suoi anni al "progetto famiglia"? Assolutamente si, ma non si tratta di darlo solo a chi è vittima di violenza ma di riconoscere il ruolo della casalinga come indispensabile per la società e sollevare le donne dall'odioso senso di inadeguatezza o dalla convinzione sociale che essere casalinga voglia dire fare la nullafacente. Il modo per riuscirsi? Assicurare anche a loro uno stipendio.

Secondo dei recenti dati Istat in Italia ci sono 5 milioni di casalinghe, ognuna svolge svariati mestieri contemporaneamente in casa ma ufficialmente non svolge nessuno.

La Corte Costituzionale ha affermato, oltre 15 anni fa, che: …anche il lavoro effettuato all’interno della famiglia, per il suo valore sociale ed anche economico, può essere ricompreso, sia pure con le peculiari caratteristiche che lo contraddistinguono, nella tutela che l’art. 35 della Costituzione assicura al lavoro ‘in tutte le sue forme’”.

Di recente la Corte di Cassazione ha riconosciuto che chi svolge attività domestica, anche se non percepisce un reddito monetizzato, esegue un'attività suscettibile di valutazione economica; nel 2008 il Consiglio di Stato ha ritenuto giusto equiparare la casalinga alla lavoratrice.

Nonostante tutte queste considerazione si continua a non affrontare seriamente la questione della retribuzione del lavoro casalingo, con l'assurda conseguenza che il lavoro domestico concorre alla formazione del PIL se è svolto da una colf ma non se è svolto da una madre/moglie/compagna.

FONTE

Redazione DonnaWeb

Condividi
Pubblicato da
Redazione DonnaWeb

Articoli recenti

Come scegliere il miglior sistema di riscaldamento per la tua casa: una guida completa

Scegliere il sistema di riscaldamento ideale per la propria abitazione è fondamentale per garantire il…

Dicembre 2, 2024

Creare un angolo lettura accogliente in casa

Nel mondo frenetico di oggi, ritagliarsi un angolo lettura accogliente in casa è diventato un…

Ottobre 28, 2024

Crociera last minute: cos’è e come organizzarla

Le crociere sono quasi delle città galleggianti, che permettono di spostarsi tra diversi Paesi senza…

Ottobre 18, 2024

Un abito per ogni cerimonia: le nuove proposte che ci hanno fatto emozionare

La stagione delle cerimonie, un po' come l'estate, si è finalmente allungata. E possiamo approfittarne…

Ottobre 3, 2024

Psicoterapia e supporto emotivo per le donne: come ritrovare sé stesse attraverso la crescita personale

Il benessere psicologico delle donne è spesso messo a dura prova da una combinazione di…

Settembre 27, 2024

Massaggi a Roma San Giovanni

La clientela più esigente sceglie En Vogue Bellezza senza Bisturi Quando si parla di massaggi a…

Settembre 20, 2024