Queste pulizie tecnologiche venivano effettuate due volte l’anno. Inoltre nella casa della signora statunitense non c’era affatto bisogno di pulire manualmente, poiché c’erano degli irrigatori sul soffitto e sui pavimenti, in grado di far risplendere l’appartamento in maniera del tutto automatizzata. Alla fine degli anni Novanta Gabe era un’inventrice conosciuta di cui parlavano riviste e giornali e che veniva invitata ai talk-show americani; compare anche nel libro Fugitives & Refugees (2003) di Chuck Palahniuk, dedicato a personaggi curiosi e strampalati dell’Oregon. Gabe, scrive il New York Times, è stata ”un’americana davvero originale, contemporaneamente una sognatrice donchisciottesca e una visionaria di successo”. La casa di Gabe era una sorta di grande lavatrice o auto-lavaggio: una villetta di blocchi di calcestruzzo di circa 90 metri quadrati, con tutte le stanze munite di un irrigatore sul soffitto e pavimenti inclinati per il deflusso (con tutta una serie di marchingegni che proteggevano libri, ninnoli, lenzuola, tende e fotografie). (Continua a leggere dopo le foto)
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