DonnaWeb - Il mondo delle donne a portata di click

Aprile 19, 2022

Redazione DonnaWeb

CLOASMA GRAVIDICO: IL RISCHIO DELL’ABBRONZATURA IN GRAVIDANZA

CLOASMA GRAVIDICO: IL RISCHIO DELL’ABBRONZATURA IN GRAVIDANZA

Durante la gravidanza l’abbronzatura "non controllata" può rappresentare un fattore di rischio, in particolar modo per la pelle del viso. Infatti a seguito di un’errata esposizione ai raggi ultravioletti quest’ultima può essere indotta a sviluppare un cloasma gravidico. Dal momento che per ciò che riguarda la salute, la prevenzione non è mai da sottovalutare, ecco una guida completa a proposito delle macchie cutanee e degli accorgimenti da prendere per eluderle.


L’abbronzatura che genera il cloasma gravidico

La gravidanza è in grado di apportare al corpo femminile numerose trasformazioni, accade che la pelle sia notevolmente più sensibile e reattiva rispetto alla norma; infatti durante questo periodo tende naturalmente alla presenza di aree maggiormente pigmentate sia sul volto, sia sulle zone riguardanti il seno, l’addome e gli organi genitali.

Una particolare attenzione va al viso, il quale, se esposto ai raggi UV senza le dovute precauzioni, con un’abbronzatura improvvisa ed eccessiva potrebbe ricoprirsi di macchie brune e dall’aspetto irregolare specialmente all’altezza delle guance, della fronte, del mento e del labbro superiore, andando incontro al cosiddetto cloasma gravidico.


Excursus sull’abbronzatura

Per una migliore comprensione, prima di proseguire è necessario conoscere il come e il perché del fenomeno dell’abbronzatura; premettendo che tale meccanismo si attiva allo stesso modo sia con l’esposizione alla luce naturale, sia con quella artificiale emessa dalle lampade abbronzanti.

Pochi sanno che si tratta di una sorta di sistema difensivo da parte della pelle che prende piede ogni qualvolta quest’ultima si espone ai raggi ultravioletti, tendendo a creare una barriera protettiva e sviluppando la tipica colorazione dorata/marroncina.

Dovuto principalmente ai melanociti presenti nell’epidermide, questi ultimi agiscono nello strato più esterno della pelle generando il pigmento noto come melanina, non consentendo alla luce di danneggiare i piani sottostanti e continuando ad accumularsi gradualmente volta dopo volta, proteggendo sempre più dai raggi UV.

È utile sapere che a seconda della carnagione di ogni individuo la melanina viene prodotta in quantità differenti, essendo maggiormente presente nelle persone con pelli più scure, le quali avranno per conseguenza anche una barriera più alta.

In conclusione si può dunque affermare che l’abbronzatura presa a piccole dosi rappresenti un meccanismo di difesa grazie alla stimolazione della melanina; contrariamente a quanto accade prendendo tanto sole e senza attendere i momenti gusti, andando così incontro a rossori, eritemi, scottature e maschere gravidiche.

È altresì importante tenere in considerazione che con le dovute precauzioni ed esponendosi nei limiti consentiti, la luce apporta esclusivamente dei benefici all’organismo, migliorando l’umore e garantendo l’assorbimento della vitamina D; a sua volta indispensabile per il benessere delle ossa e per preservare il giusto equilibrio di calcio e fosforo presenti nel sangue.


Gli effetti dei raggi UVA e UVB

Essere prudenti sulle modalità con le quali ci si espone ai raggi del sole prevenendo i rischi vuol dire conoscere in quale modo i raggi ultravioletti agiscono.

Esistono tre tipologie di raggi UV: gli UVA, gli UVB e infine gli UVC. Questi ultimi però a differenza degli altri non riescono ad oltrepassare lo strato di ozono che avvolge il nostro Pianeta, non interessando direttamente la reattività della nostra cute. Ecco quindi che ci concentreremo sui primi due.

Si distinguono per la loro potenza d’azione e per la profondità che riescono a raggiungere. Ad esempio quelli di tipo A ricoprono una percentuale pari al 95% e sono presenti persino nelle giornate grigie arrivando a colpire gli strati più nascosti della pelle come il derma e il collagene. Non per forza generano danni visibili, ma devono comunque essere tenuti sotto controllo perché a lungo andare potrebbero indebolire le cellule accelerando il meccanismo d’invecchiamento cutaneo o ancor peggio dando luogo a tumori.

Al contrario i raggi UVB accarezzano la superficie cutanea quando si procede con un’abbronzatura prudente e controllata; contrariamente a quanto accade prendendo il sole senza particolari accorgimenti. Infatti in tal caso si potrebbe andare incontro a svariate problematiche cutanee e tra queste anche al cloasma gravidico o persino a ustioni, alcune volte richiedendo l’intervento medico.


Prodotti per esporsi al sole durante la gravidanza

Sebbene in dolce attesa, il sole non è da considerare totalmente in maniera negativa. Al contrario è consigliabile assumere un atteggiamento cauto facendo uso di alcune semplici ed efficaci strategie che consentiranno di goderne senza alcun rischio. Tra queste troviamo:

- un’adeguata preparazione della pelle prima dell’esposizione;
- l’applicazione dei giusti prodotti nel momento in cui si decide di prendere il sole;
- una buona gestione della fase post-esposizione.

Approfondiamo questi punti per comprenderli meglio.

Il primo passo da compiere già settimane prima di esporsi è innanzitutto quello che prevede la preparazione della pelle a seconda del suo attuale stato. Ad esempio se maggiormente delicata o disidratata sarà soggetta anche alle aggressioni solari. A quel punto non resterà che prendersene cura per mezzo di apposite creme esfolianti, rigeneranti e idratanti o in alternativa rivolgersi a degli esperti del settore, i quali si occuperanno di porre rimedio alla situazione con i prodotti più indicati a fornire alla pelle tutte le sostanze di cui necessita per ritrovare il proprio equilibrio. Da non sottovalutare è anche l’utilizzo costante di creme da giorno dotate di filtro solare così da non stimolare un’eccessiva produzione di melanina.

Lo step successivo riguarda la scelta del fattore di protezione più adatto al proprio tipo di pelle. Bisognerà dunque valutare il proprio fototipo, considerando in altre parole sia la propria carnagione, sia la resistenza che si possiede ai raggi ultravioletti. È inoltre da specificare che al momento dell’utilizzo di una crema solare è indispensabile prediligerne una a protezione completa sia dai raggi UVA, sia dagli UVB, stando ben attente all’etichetta presente sul prodotto. Qualora fossero presenti dubbi al riguardo è bene chiedere un parere al dermatologo di fiducia.

Ultimo consiglio ma non per importanza, non bisogna trascurare la fase successiva all’esposizione in quanto è necessario contrastare l’ossidazione causata dai raggi ultravioletti ripristinando la normale idratazione attraverso creme doposole, nonché bevendo molta acqua.

Conclusioni

Abbronzatura e cloasma gravidico rappresentano due fenomeni strettamente connessi e dal confine alquanto sottile. È pertanto fondamentale ricordare di non sottovalutare i rischi, facendo della prevenzione una regola, così da poter giovare dei soli effetti benefici del sole.

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram