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INFLUENZA 2014/2015, COME SI DIFFONDE? QUALI SONO I SINTOMI? COME PREVENIRLA E CURARLA?

Come l'anno scorso, anche quest'anno il picco dell'influenza è prevista nel periodo prima di Natale e il successivo, quindi da metà dicembre ai primi di gennaio, ma cos'è?

L'influenza è un virus, un microrganismo in grado di entrare nel corpo conducendolo a malattie sintomatiche, ma quali sono i sintomi dell'influenza 2014/2015?

  • febbre,
  • mal di testa,
  • malessere generale,
  • sudorazione,
  • inappetenza,
  • tosse,
  • mal di gola,
  • congestione nasale,
  • raffreddore,
  • dolori muscolari,
  • nausea,
  • vomito,
  • diarrea.

Ovviamente non è detto che il paziente abbia forzatamente tutti questi sintomi, la loro comparsa e intensità dipende dalla virulenza della malattia e dalla risposta del soggetto.

Come si contrae l'influenza?

Si trasmette per via aerea, quindi si può dire che la sua diffusione avviene attraverso goccioline di muco e/o di saliva infette, inoltre, ha una buona resistenza all'ambiente esterno, in situazioni di bassa temperatura e umidità il virus una volta liberato dal corpo dell'ammalato non muore subito ne facilmente, per questo motivo si trasmette facilmente.

Il malato è contagioso già nelle prime 24 ore precedenti alla comparsa dei sintomi influenzali, quindi il contagio può avvenire prima ancora che si scopra di essere stati colpiti dal virus. L'influenza ha un periodo di incubazione variabile da 1 a 4 giorni ed ha una durata di massimo 7/10 giorni, nei bambini dura qualche giorno in più.

I soggetti più a rischio influenza

I neonati e gli anziani al di sopra dei 65 anni sono più esposti al pericolo influenza perché il sistema immunitario è debole e perché, a causa del "Deficit immunitario", questi soggetti sono più esposti a complicazioni. Comunemente l'influenza non pregiudica la salute del paziente che torna, di norma, ad essere sano, ma in alcuni soggetti più deboli si possono presentare altri disturbi come polmoniti batteriche, disidratazione, peggioramento di altre malattie persistenti o croniche, peggioramenti di sinusiti o otiti ricorrenti o croniche.

L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e il Ministero della Salute consigliano il vaccino alle cosiddette categorie a rischio per esempio ai soggetti affetti da malattie croniche dell’apparato cardiovascolare o respiratorio.

Vaccino antinfluenzale in gravidanza:

E' bene sfatare il mito che il vaccino possa far male al feto, non è pericoloso per il bambino perché non inocula il virus vivo bensì porta nel corpo della donna il virus morto che garantisce immunizzazione, effetto che si produce anche sul bambino.

A quelle mamme che decidano di non praticare il vaccino antinfluenzale va detto, per dovere di chiarezza informativa, che l’influenza comunemente passa senza nessuna conseguenza per la salute della mamma e del bebè.

La cosa importante è mai affidarsi a cura fai da te e rivolgersi sempre al proprio medico di famiglia.

Come si cura l'influenza?

Le infezioni virali spesso si risolvono da sole senza supporto di molti medicinali, molti sbagliano credendo che si debbano usare antibiotici, che servono solo in caso di affezioni batteriche. Sotto controllo medico si possono usare antipiretici e analgesici per contrastare febbre e dolori, fermenti lattici associati ad una buona alimentazione, sostengono il ripristino della flora batterica in caso di disturbi dell'apparato gastrointestinale e in alcuni casi, degli espettoranti per aiutare l'espulsione di muchi.

Attenzione: non somministrate mai espettoranti ai bambini senza aver consultato il pediatra.

Prevenire l'influenza

  • Lavare spesso le mani aiuta ad arginare l'aggressione batterica.
  • Portare soluzioni disinfettanti in gel o spray fuori casa laddove non si possono lavare le mani
  • Non scambiare con nessuno bottiglione d'acqua o posate.
  • Se possibile, evitare ambienti chiusi o promiscui.
  • Areare gli ambienti è sempre utile.
  • Chi si ammala di influenza dovrebbe rimanere isolato per 7/10 giorni in modo da evitare il contagio, ciò vale soprattutto per i bambini che a scuola vivono in una condizione di promiscuità.

 

FONTE

Redazione DonnaWeb

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