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Dopo essersi rifiutata di sposare un combattente talebano la sua vita cambiò per sempre

Questo articolo tratta di un tema che dovrebbe essere caro a tutti. La violenza e la sopraffazione sulle donne. Quello che vogliamo e dobbiamo specificare è il non confondere e non approfittare di questo importante tema facendo una apologia dell’Occidente. Come la recente cronaca purtroppo ci insegna la violenza e la sopraffazione sulle donne avviene anche nel dorato e democratico mondo “libero”. A volte si approfitta di questi temi per giustificare l’imperialismo americano e la guerra in Afghanistan. Questo sito è e sarà sempre a fianco delle donne e di qualunque essere umano vittima di sopraffazione, ma sarà altresì a fianco delle vittime dell’imperialismo americano e israeliano.

di Caterina Armentano

Le storie che arrivano dall’oriente ci sembrano sempre più lontane, come se non ci appartenessero. Le violenze a cui sono sottomesse molte donne fanno parte di una realtà che alle donne Occidentali, il più delle volte, non tocca. Non bisogna dimenticare però che non molto tempo fa, quella stessa brutalità investiva le case di molte donne italiane che nascondevano le violenze e i soprusi perché così richiedevano le convenzioni sociali.

La storia di Bibi Aisha arriva da Los Angeles. Data in moglie a un talebano all’età di dodici anni la ragazza ha subito i più abominevoli soprusi. Considerata meno di un animale, in una società dove essere donna è  peccato, Bibi Aisha  è cresciuta con la speranza di poter fuggire dalle grinfie del marito – padrone  per rifarsi una vita, lontana dalla stalla in cui era costretta a dormire, lontana dalle botte e dalle continue violenze fisiche e psicologiche. Il desiderio trasformato in atto però le è costato molto perché una volta trovata, il marito le ha tagliato orecchie e naso, deturpandola, privandola non solo della sua bellezza, ma della personalità, della possibilità di esporsi, di rapportarsi con gli altri.

Questo non ha impedito alla donna di cercare comunque aiuto e di trovare una via di fuga. Bibi Aisha è stata adottata moralmente  da  Mary Shriver, la moglie di Arnold Schwarzenegger  che ha fatto di tutto affinché  ricevesse il premio  Enduring Heart Award contro i soprusi alle donne, che finanzierà il delicato intervento che restituirà un volto alla giovane donna attraverso l’utilizzo di una  protesi.

Il dramma delle spose bambine purtroppo è attualissimo in una società che utilizza tale mezzo come merce di scambio, un’ alleanza per evitare faide sanguinose e senza fine tra famiglie diverse. Il matrimonio viene deciso quando la bambina è ancora piccola, celebrato quando lei ha circa sette, otto anni e consumato nel momento in cui arriva la prima mestruazione a indicare che la bambina è diventata donna. Una donna fertile ma acerba che nell’età della fanciullezza si vede costretta a fare da moglie  a un uomo che potrebbe essere suo nonno.

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