L'alluminio è un elemento molto presente in natura, nell'acqua, nell'aria e nella terra, può trovarsi anche nel nostro corpo che può entrare in contatto con esso attraverso l'uso di utensili da cucina, come pentole, mestoli, padelle, vaschette, pellicole, caffettiere, borracce e contenitori di alimenti.
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Secondo uno studio condotto dall'Istituto Nazionale della Nutrizione incentrato su 10.000 famiglie di diverse regioni italiane e si è concentrato soprattutto sugli alimenti sottoposti a preparazione culinaria e conservati in contenitori di alluminio.
I dati ottenuti grazie alla sperimentazione hanno permesso di confrontare le ingestione di alluminio potenziali e reali della popolazione italiana, quelle potenziali sono ricavate dalla concentrazione di alluminio presenti negli alimenti riferita dalla letteratura scientifica, mentre quelle reali sono ottenute da campioni di diete riferite a gruppi di popolazione adulta con abitudini alimentari diverse.
Le diverse diete seguite dai gruppi di persone facente parte dello studio hanno evidenziato come le differenze nei contenuti di alluminio fossero imputabili alla modalità di preparazione dei cibi e alla presenza di alimenti trattati con additivi contenenti alluminio.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce una dose giornaliera massima per l'alluminio pari a 60 mg al giorno, i livelli presenti nelle diete regionali sono compresi tra i 3 e i 6 mg al giorno, dati che mostrano un livello di esposizione compreso in una fascia di sicurezza.
Il dato certo è che l'apporto di alluminio nella dieta è costituita soprattutto dai materiali di imballaggio e di confezionamento degli alimenti e dalla cottura dei cibi, soprattutto se fatta in recipienti di alluminio.
La legge non specifica norme specifiche per l'alluminio per ciò che riguarda i materiali e gli oggetti che sono destinati al contatto con gli alimenti, quindi si fa riferimento ai principi generali della Legge n.283 del 1962, che prescrive che i materiali a contatto con gli alimenti non devono cedere a sostanze nocive e non devono alterarne le caratteristiche organolettiche.
Gli esperti in materia hanno condotto studi tenendo in considerazione vaschette, pellicole e pentole in alluminio da una parte, e caffettieri dall'altra. Le prove sono state eseguite con il ricorso di liquidi per verificare la cessione di alluminio dal contenitore al contenuto, i risultati sono stati vicino allo zero con l'impiego di acqua o olio di girasole.
In conclusione, la migrazione di alluminio negli alimenti è causata soprattutto dai contenitori per la conservazione e la cottura ma in maniera minima, fatta eccezione per le sostanze più acide, come aceto e pomodori, inoltre, l'utilizzo di sale contribuisce a incrementare la migrazione di alluminio verso gli alimenti.
Se possedete pentole o padelle di alluminio, non usatele per preparare sugo di pomodoro, cuocere pomodori o ricette che prevedono sostanze acide, come l'aceto.
Per le vaschette e pellicole in alluminio, non è difficile farne a meno, ma se dobbiamo usarle, evitiamo di metterle a contatto con cibi caldi o acidi come pomodori, limoni o agrumi.
Esistono diversi tipi di caffettiere con rivestimento senza alluminio, non usare poi sostanze acide, come l'aceto, ma semplicemente lavarle e sciacquarle con acqua.
Attenzione alla lavastoviglie: pentole in acciaio possono rovinarsi a causa del detersivo e per via dell'ossidazione.
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